LE DONNE E LA SCIENZA: premiata una studentessa del collegio dalla Fondazione Giuseppina Mai

LE DONNE E LA SCIENZA: premiata una studentessa del collegio dalla Fondazione Giuseppina Mai

LE DONNE E LA SCIENZA: premiata una studentessa del collegio dalla Fondazione Giuseppina Mai

Una studentessa del Collegio Borromeo vince il premio nazionale “Per le donne e la scienza”, promosso dalla Fondazione Giuseppina Mai, in collaborazione con la Fondazione Bracco, assicurandosi una borsa di studio di 3.000 euro riservata alle iscritte al primo anno della Laurea Magistrale in materie Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica). Elisa Gazzera è una delle 8 studentesse dell’Almo Collegio che hanno scelto un percorso di studi scientifico. Su un totale di 23 alunni, rappresentano il 34,5% del totale di studenti e studentesse Stem nell’anno accademico 2021-2022, percentuale in crescita rispetto al 2015-2016 quando le giovani che avevano scelto Biology, Biotech, Fisica, Chimica, Matematica, Ingegneria erano 8 ma su un totale di 31, fermandosi a quota 25,8%. Dati significativi evidenziati in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza che si celebra l’11 febbraio, istituita nel 2015 dall’Assemblea Nazionale dell’Onu e patrocinata dall’Unesco, con lo scopo di sensibilizzare e invitare gli Stati membri, le università e la società in generale “a promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali”. L’obiettivo è incentivare un accesso paritario alla scienza, sostenere l’uguaglianza di genere in questo campo e raggiungere una piena parità di opportunità nella carriera scientifica. Se si guarda al totale degli studenti del Collegio Borromeo,la presenza femminile, in questo anno accademico, raggiunge il 56,62% (77 ragazze su un totale di 136 alunni). Le studentesse matricole sono 21, il 60% degli ingressi complessivi. Nel 2015-2016 le studentesse del collegio erano 57, su un totale di 151 (37,7%), le studentesse matricole 15 (45,5%).

Elisa Gazzera, origini piemontesi, ha 23 anni, è iscritta al primo anno della laurea magistrale in Fisica ed è una delle vincitrici delle 10 borse di studio che la Fondazione Mai, espressione del sistema Confindustria, ha erogato alle studentesse più meritevoli iscritte al primo anno del corso di laurea magistrale nelle discipline Stem. Gazzera dopo la laurea triennale in Fisica conseguita all’Università di Torino (110 e lode) ha scelto Pavia. “Ho deciso di frequentare Fisica sanitaria e l’ateneo pavese è il migliore in Italia. Dopo la triennale mi ero fermata un anno, avevo valutato anche la possibilità di iscrivermi a Ingegneria biomedica in Germania, all’università di Heidelberg, la mia domanda era stata accolta, ma avevo poi abbandonato l’idea in quanto non avevo la certezza che il titolo conseguito sarebbe stato riconosciuto in Italia”. Elisa trascorre un anno in Erasmus a Nizza. “Proprio qui mi ero sentita dire da un compagno che la mia opinione non contava perché sono una ragazza. Ma nel giro di pochi anni la situazione è migliorata, le donne sono meno discriminate, hanno la possibilità di emergere anche grazie a concorsi dedicati. Nel mio anno, al corso di Fisica, su 7 studenti, 4 sono donne, a dimostrazione che la tendenza inizia ad invertirsi”. Che un’inversione, seppur minima, sia in atto lo sostiene anche un’altra studentessa del collegio Borromeo, Angelica Varesi, 23 anni, piacentina, iscritta al secondo anno della magistrale in lingua inglese Molecular Biology and Genetics. “Mi sono laureata in Biotecnologie all’università di Pavia e sono in collegio dal primo anno. Anche nel mio corso sta crescendo sensibilmente il numero di donne e all’ospedale San Raffaele, dove sto svolgendo tirocinio in Terapia genica, la quota femminile raggiunge il 50%. Ma il problema restano le basse prospettive di carriera. I posti dirigenziali per noi rimangono difficilmente raggiungibili, anche se, dagli Stati Uniti, è appena arrivata al San Raffaele una collega che ha lasciato il Mit di Boston proprio perché lì si insiste a privilegiare gli uomini per le posizioni più avanzate”.

STEFANIA PRATO