CB INTERVIEW: MATTHIAS MORGENSTERN 

CB INTERVIEW: MATTHIAS MORGENSTERN 

CB INTERVIEW: MATTHIAS MORGENSTERN 

Conoscere i popoli attraverso le religioni per avviare un confronto e aprire al dialogo. È anche questo l’obiettivo degli studi teologici diventati straordinariamente attuali in un’epoca segnata da conflitti. “Una sfida difficile che richiede uno sforzo importante, ma che si può vincere”, sostiene Matthias Morgenstern, docente dell’università di Tubinga, il cui corso, voluto dal Collegio Borromeo e conclusosi il 7 aprile, ha visto la presenza di 22 studenti che, per quattro settimane, hanno seguito il seminario, “La Bibbia nella letteratura ebraica. Midrash e letteratura rabbinica” durante il quale sono stati letti, meditati e discussi scritti rabbinici tratti dal Midrash Genesis Rabbah. Questo midrash, una compilazione di interpretazioni ebraiche della Bibbia, redatto a cavallo tra il IV e il V secolo nella Palestina governata dai Romani, fu fondamentale per i rabbini che hanno di fatto creato un nuovo genere letterario: formalmente un commentario, di fatto un libero esame teologico e “poetico” del primo libro della Bibbia. “Lo scopo del corso è stato quello di parlare di questioni teologiche in modo accademico – spiega Morgenstern -. La teologia offre anche gli strumenti, in un momento storico particolarmente delicato, di conoscere meglio i popoli e le loro religioni, consentendoci di capire da dove veniamo e di comprendere le motivazioni dei conflitti. Ci induce ad avere una visione più ampia e può aiutare gli studenti ad aprire ulteriormente le loro menti”. E la conoscenza, sottolinea il professore dell’ateneo di Tubinga, è fondamentale nella risoluzione dei conflitti tra religioni. “Lo scopo del corso è stato quello di comprendere come funziona l’interpretazione della Bibbia nell’ebraismo – chiarisce Morgenstern -. Lo studio di questi scritti e il confronto con opere fondamentali dei Padri della Chiesa mostra chiaramente come i midrashim siano prova di un dialogo critico sì, ma sorprendentemente costruttivo, intessuto tra i rabbini e il mondo cristiano a loro contemporaneo”.  La presenza del docente è il frutto di un processo di internazionalizzazione da tempo avviato dal collegio Borromeo che punta ad intensificare le relazioni tra università anche di Paesi diversi. “A spingere su questi studi interreligiosi è stato il professor Davide Scotto, dell’università di Pavia, ricercatore. Fu invitato a Tubinga e, da lì, si avviò un rapporto di proficua collaborazione”.

-Stefania Prato